Born to Run

Correre a 40 anni aiuta a capire come vivere quest’età.
Impari a dosare le energie, a risparmiare quando devi e a spingere quando puoi.
Capisci il senso dell’esperienza, conosci il tuo corpo, i tuoi limiti, le tue poche potenzialità ancora inespresse.
Certo, a 20 corri più veloce, ma non è detto che tu vada più lontano. Divori la strada, la bruci sotto la spinta dell’impeto giovanile, parti forte, ma ti fermi presto.
A 40 non è così. Questi pochi mesi di ritrovata attività fisica mi hanno insegnato quanto sia fondamentale partire piano.
Ascoltare meglio cosa si muove dentro per capire quando aumentare un po’ e dove fare attenzione.
Sarà che il fondo, ma neanche il mezzo, sono mai state mie specialità, ma oggi mi scopro più paziente.
Paziente con me stesso e con il peso che certi sforzi richiedono.
Tollerante con l’istinto di partire a schioppettata e gustare tutto e subito.
Quando corri nella campagna emiliana e, come l’altra sera, avvolto nel freddo birichino il rosa scuro del tramonto d’inverno colora la neve dei campi, senti che il battito va alla giusta velocità, i pensieri si allineano a quel ritmo e tutto diventa un po’ più chiaro.
L’importante è seguire il percorso, l’itinerario tracciato dall’età, dall’esperienza, dalla vita che sta alle spalle.
E allora, anche la strada più lunga, non lo sarà mai abbastanza per non arrivare in fondo.

Nostalgia di Pier

Quanto mi manca di questi tempi Pier Vittorio Tondelli.
Non c’è un motivo particolare. Vorrei solo che quel satanasso da Correggio fosse ancora con noi e che in questi vent’anni avesse potuto scrivere ancora tanto.
Purtroppo non è così e allora riscopro i suoi testi, che mi hanno segnato come forse nessun altro scrittore. Cerco di assaporarne i toni, annusarne i profumi forti, immaginare com’erano i luoghi di Pier e come sono diventati.
Perché il giovane Tondelli avrà anche vissuto tra Milano, Firenze, Bologna, New York e Berlino, ma senza dubbio alcuno resta uno scrittore delle nostre parti, nel senso più nobile.
C’era in lui l’Emilia più bella, le nebbie che solo chi abita qui può amare e non detestare, gli aneliti di fuga che però finivano sempre tra il Po e l’Appennino o al massimo in Riviera.
Pier ci ha insegnato come siamo da queste parti, o perlomeno com’era la gioventù di quegli anni tra la via Emilia e il West.
Poi, certo, ha parlato anche a tutto il resto del mondo, ma le corde che ha smosso qui da noi vibrano ancora.
Ci manchi, Tondelli.